Area riservata



« Galleria Artisti Contemporanei

Sala 08

Giuseppe Tarantino

Giuseppe Tarantino

Giuseppe Tarantino nasce ad Altamura (BA) nel 1969. Al termine degli studi nel 1990 consegue il diploma di Arti Grafiche all’Istituto Tecnico Statale G.B.Bodoni di Torino, dove la sua famiglia si era da tempo trasferita.  Ma sarà Parigi la sua “via per Damasco”.

La folgorazione davanti all’arte astratta di Kandinsky, Klee, Mondrian farà esplodere in lui la passione per l’arte ed influenzerà la sua ricerca futura, indirizzata non verso moduli espressivi tradizionali, fermi a suggestioni di matrice naturalistica, ma  verso la non oggettività, la non forma,  verso l’idea, l’emozione, la scoperta di sé. 
 
L’arte di Giuseppe Tarantino è espressione di pura essenzialità astratta. In opposizione alla mimesi, ovvero alla rappresentazione del reale, Tarantino ricerca inedite emozioni nei frammenti più reconditi dell’anima, dai quali affiorano “Legami nascosti“, e “Fragili equilibri“. Tramite i meandri di uno spiritualismo cosmico, l’artista riscopre le origini degli elementi formali che costituiscono le fondamenta sintattiche del linguaggio visivo. Ispirandosi in un primo tempo alle tematiche figurative di Paul Klee e in un secondo tempo alle esperienze artistiche di Lucio Fontana ed in particolar modo di Piero Manzoni, attua un processo di sempre più radicale semplificazioni delle forme, trovando la sua libertà formale nell’essenza di un pura dimensione minimalista. Dalle sue opere affiora una razionalità priva di riferimenti esterni, ma che ha le sue profonde radici nel mondo dell’introspezione dell’osservazione “pacata dell’universo“. In tal modo l’artista ricostruisce un nuovo universo estetico, indagando sulla vita, sulla centralità dei sentimenti, sugl’intrecci delle interrelazioni umane, sui limiti, sui confini della percezione. Corde sottese in modo verticale, orizzontale, obliquo, equilibrano con la loro massima tensione i tagli, creando legami infiniti, profondità spaziali del tutto inattese. Il colore è relegato in maniera elegante a sinfonie monocromatiche di bianco, di nero o dei due colori sapientemente accostati. Questa ricomposizione, ristrutturazione apparente dell’universo nasconde la ricerca di un “Oltre“ spazio temporale che racchiude nello scrigno più profondo gemme di vitalità artistica. L’arte di Tarantino ha qualcosa di ermetico e nel medesimo istanti di gestuale; l’uomo non è dimenticato, è solo riprodotto tramite il suo moto dinamico, il suo lavoro materico, fulcro di  onirici paradigmi introspettivi . 
 
Gianluigi Guarneri
 
LA RAREFATTA SCULTOPITTURA DI GIUSEPPE TARANTINO
Nodi scorsoi non legano corde aggrovigliate, ma sciolgono enigmi psichici, per rivelare l’intimo dissidio, la visione globale, l’arte eccelsa di Giuseppe Tarantino, avvincendo il fruitore e attirandolo in un labirinto di mura sottili, porte chiuse e finestre aperte. Convinto assertore della minimal art, lui ricava il massimo dal minimo, l’essenza dal superfluo, l’assoluto dal relativo, l’astratto dal figurativo, il surreale dal reale, applicando alla pittura le regole della scultura e dell’architettura, le note della musica e della poesia.  Scolpendo nella luce diafana della calce viva i tratti dei personaggi famosi, gli scorci delle case murate, i profili dei paesaggi italiani, lui non aggiunge colori artificiali ai colori naturali, ma toglie gli uni e gli altri, per sottrarre materia alle cose reali e renderle rarefatte, eteree, interiori.
 Il bianco spago avvolge spinette, spirali, assi, rocchetti verticali ed orizzontali in un contesto di feritoie, botole, spiragli alla controra, in penombra, controluce, facendo intravedere zombi tra le quinte, manichini tra le ante, spettri tra le funi pendenti, le liane volanti, i fili diagonali. Giuseppe Tarantino prepara accuratamente le tavole, le tele, i cartoni con un massetto di cementite, di acrilico, di tempera, per poi squarciarlo in ritmi connettivi di concetti spaziali, idee stratosferiche, pensieri profondi, in un missaggio di fantasia e bizzarria, di genio e capriccio.
 
Gianni Latronico

Alessandro Marino

Alessandro Marino

Alessandro Marino nasce a Trani, in provincia di Bari, il 23 febbraio 1958. Dopo aver conseguito la maturità scientifica, si diploma all'Accademia di Belle Arti di Bari, nel corso di Decorazione, nel 1985. Nel 2000 si abilita all'insegnamento di Disegno e Storia dell'Arte. Per un breve periodo si dedica alla xilografia ma, nel frattempo, continua ad ammirare i contrasti forti del Caravaggio e i paesaggi onirici di Magritte e Dalì. Essendo prevalentemente un figurativo sin dai tempi dell'Accademia ed essendo il suo genere preferito il surrealismo, negli anni e attraverso varie tecniche, giunge ai suoi dipinti ad olio degli anni '90 e 2000, dipinti in cui le sue figure tendono ad una resa sempre più realistica e quasi fotografica, forse per arrivare, negli anni a venire, ad un "surrealismo iperrealista" che gli permetta di abbinare i suoi "pensieri dipinti" alla padronanza della tecnica. Dal '90 partecipa annualmente al concorso pittorico internazionale "Contea di Bormio", in Valtellina, ottenendo diversi riconoscimenti. Oggi lavora nel suo laboratorio di Corato, in provincia di Bari, dove fabbrica personalmente le cornici per i suoi lavori.

Salvatore Gerbino

Salvatore Gerbino

SALVATORE GERBINO pittore accademico surrealista e tradizionale, nasce a Caltagirone nel 1958, dove tuttora vive ed opera.

Divide la sua vita tra famiglia, lavoro, pittura, fotografia e teatro. Ha compiuto studi scientifici a Caltagirone, studi tecnici privati per la ceramica, corso di Accademia, sezione Pittura e Grafica, scuola per corrispondenza – Roma. Ha partecipato ad importanti manifestazioni e concorsi di elevato livello culturale ed artistico, regionali, nazionali ed internazionali, riscuotendo numerosi riconoscimenti e consensi di pubblico e di critica. Componente di Giurie qualificate.
Disegna e dipinge dal 1970, si è dedicato da giovanissimo alla pittura e alla grafica, prediligendo e valorizzando  negli  anni  il  cartoncino,  la  tela,  la ceramica, la foglia d’oro, il legno, il vetro e la seta, passando  
con spirito creativo dalla matita al carboncino, dall’olio all’acrilico, dalla tempera agli smalti, dai pastelli alle crete, dalla china all’acquerello. Nel 1977, vince il suo primo premio, al 13° Premio Internazionale Pittura Fotografia Scout – Arco (TN).
...In trent’anni di “Esperienze Artistiche” in Gerbino troviamo un vuoto, protratto per anni, segnato da una forte esperienza di vita. Al dramma dell’uomo si accoppia quello “personale” che lo ha accompagnato nel travagliato percorso artistico e che ha saputo consegnare, oggi, al fruitore, un artista impegnato che rifugge da un linguaggio di facile prensione, per farsi interprete delle inquietudini dell’umanità , che attraverso i ricordi e la propria espressività tecnica ha continuato a vivere nell’orizzonte del suo tempo-limite e ha ritrovato stimoli nuovi e contenuti attuali che, rivisitati col filtro della memoria , ha saputo mescolare in maniera sempre nuova, fantasia e realtà e impressionare le superficie con mano ferma e occhio attento puntato fisso a plasmare la materia, dando forma e rotondità all’improvvisa e inaspettata visione piatta dell’universo...
Nei suoi dipinti il Gerbino, capace di affascinare e suscitare profonde riflessioni, varca la soglia del reale per cogliere l’esistenziale, offrendo all’osservatore una dimensione onirica dei suoi soggetti preferiti; paesaggi lunari, alberi, contorsioni di rami, fiori, lastricati, massi, cieli squarciati, visi lamentosi, figure indefinibili, croci, uccelli...  Con essi, le opere del Gerbino, donano tutto il fascino figurativo e simbolico necessario per imporsi alla nostra attenzione trasmettendo un messaggio visivo, che passa dal mondo della sofferenza a quello della vita in contrasto con la morte, perché nella sua arte c’è il silenzio della sua anima, che si apre e manifesta emotività, angosce e passioni.
Promotore ed organizzatore di mostre personali, collettive e concorsi a premio di Lettere ed Arti, locali, regionali e nazionali dal 1980. Progettista, disegnatore e realizzatore di scenografie teatrali e spettacoli vari. Ideatore e curatore di cataloghi, depliants, locandine, manifesti e copertine di libri e riviste. Socio Fondatore dell’Accademia Calatina di Arte, Lettere e Teatro.
Si sono occupati della sua attività, critici e giornalisti mediante quotidiani, riviste specializzate, cataloghi, radio e televisioni. Sue opere si trovano in collezioni pubbliche e private.
 

Tiziana Parziale

Tiziana Parziale

Parziale Tiziana è nata a Roma dove vive e lavora.

Dopo il diploma prosegue gli studi presso all’Accademia di belle arti di Roma conseguendo nel 1985 il diploma   accademico quadriennale - corso di pittura e nell’aprile 2011  il  diploma accademico di 2° livello in “Arti Visive e Discipline dello Spettacolo (Pittura B.S.) .
Nel corso degli studi consegue 3 borse di studio.
Nell’anno accademico 2006/07 consegne  il Master di I° livello  in “Economia e Valorizzazione delle Istituzioni Culturali” (60 CFU) presso l’Università Roma Tre.
Nel 1979 è invitata a partecipare, ad Orvieto, al seminario in grafica pubblicitaria organizzato dal Prof. Alfred  Hohenegger, docente di Grafica all’Istituto Professionale Femminile di Stato "Armando Diaz“ di Roma. Nell’anno scolastico 1979/80 presta servizio presso l’Istituto Professionale Femminile di Stato“ Virginia Woolf” in qualità di supplente temporanea per l’insegnamento della materia  “Tecnica Fotografica”.
Nel 1985 esegue un lavoro pittorico su parete commissionato dai titolari del teatro “la Piramide” di Roma: Memè Perlini e Antonello Alioti, lavoro coordinato dall’artista Nato Frasca.
Nel 1986 partecipa, nell’ambito dell’iniziativa “Maggio Nettunense”, alla mostra collettiva di pittura, organizzata dal Comune di Nettuno presso la galleria “Porfiri”.
Nel 1987 partecipa alla mostra collettiva organizzata dal Comune di Latina presso il palazzo della Cultura. Nello stesso anno partecipa all’esposizione collettiva di pittura e scultura presso l’ippodromo di Capannelle di Roma.
Nel 1991 partecipa all’esposizione “I lavori dell’Arte dedicato a Mozart” presso il centro multimediale G. Montemartini dell’ACEA in Roma.
Nel 1996 espone vasi dipinti presso la vetrina di vendita del Palazzo delle Esposizioni di Roma.
Nel mese di giugno 2010 partecipa alla mostra collettiva “Facce da schiaffi, curata dal Prof. Claudio De Paolis.  L’iniziativa, imperniata sulla ricerca del ritratto, operata attraverso i linguaggi artistici, e composta da diversi elaborati realizzati con stampe a sublimazione termica di personaggi del mondo della cultura, del cinema, della musica, dello sport, della politica, dello spettacolo. All’iniziativa ha aderito Emergency, a cui è andato il ricavato della vendita dei lavori. Diversi i siti Web - You Tube, che hanno pubblicizzato l’iniziativa, nonché il quotidiano “La Repubblica”.
Nel mese di ottobre 2010, in occasione della “Giornata del Contemporaneo” partecipa all’iniziativa promossa dall’Accademia di belle Arti di Roma, cattedra di Fenomenologia. L’iniziativa si è concretizzata con la proiezione di 22 progetti, sviluppati nel maggio del 2010 durante il workshop tenuto da Liliana Moro e Cecilia Casorati presso Accademia di belle arti di Roma, e finalizzata alla  riqualificazione della piazza Ferro di Cavallo centro dinamico di relazioni e luogo dell'accoglienza, che è stata recentemente snaturata da una imponente cancellata di ferro che la divide dalla città. I Progetti sono stati raccolti in un libro d’artista di prossima pubblicazione, di cui è stato esposto un prototipo durante l’iniziativa.
L’attività dell’artista si rivolge alla realizzazione di opere pittoriche polimateriche metafisico geometrizzanti, dove entrano con pari diritto l’analisi della percettività visiva e l’indagine della superficie, sperimentata quest’ultima attraverso una stratificazione levigata del cemento che riconduce alle sedimentazioni quasi geologiche del tempo e delle impronte venerabili dell’antico.
I colori si spengono coagulandosi nella polarità del grigio in un inconsueto intreccio pittorico. 

Andrea Busi

Andrea Busi

Mi chiamo Andrea Busi, sono nato nel 1988 e vivo a Brescia. Ho una laurea specialistica in Graphic Design Multimedia conseguita a Brescia nel 2015. Ho il diploma di grafico conseguito nel 2007. Ho frequentato corsi di Copywriting e ho maturato una significativa esperienza come grafico con mansioni di scrittura e revisione articoli per stampa e web: Ho inoltre partecipato a campagne pubblicitarie con attività di Copywriter e di social media marketing. Mi piace fare arte digitale, visitare mostre e musei e guardare film d’autore. Ho esposto opere in alcune città italiane ed estere.

 

LINK A PREMI VINTI E MOSTRE FATTE: 

https://drive.google.com/drive/folders/198lb0JqyBStjctsy1coQ6btIf2G_atdD?usp=sharing

 

SITO WEB PERSONALE:

http://andreabusigrafica.altervista.org/index.html

Lino Esposito

Lino Esposito

Lino Esposito è un pittore autodidatta che vive e lavora a Milano. Interessato all'arte in generale e al design da sempre, si è dapprima dedicato alla creazione di oggetti e piccoli arredi in cartapesta e poi si è cimentato con la pittura vera e propria. Profondo conoscitore della pittura rinascimentale e delle avanguardie storiche del novecento, ha tratto insegnamento da quelli che per lui sono stati i principali esponenti    

delle correnti artistiche del periodo: Kandinsky, Picasso, Braque.
Nei primi anni '90 è entrato in contatto con la pittura figurativa attraverso l'uso della tecnica dell' acquerello, appresa frequentando diversi corsi. Sviluppata con successo, con ampi consensi di pubblico, fino agli inizi del 2000, è approdato successivamente, quasi per un passaggio naturale, alla pittura astratta ad acrilico.
Dapprima attraverso l'impiego di materiali diversi che di volta in volta venivano applicati sulla tela insieme ai colori ad acrilico, quasi in una ricerca di nuove trasformazioni che il materiale povero o di riciclo può offrire. Poi con l'affinarsi della tecnica è giunto ad un'astrazione sempre più geometrica che esplora lo spazio occupato dalle forme, come a voler dar vita a nuovi mondi in un futuro non troppo lontano. Quello che si evidenzia dalle opere sono universi e galassie che acquistano una dimensione di gioia, determinato anche da un uso sapiente dei colori accostati in armonia.
Nella serie delle tele dedicata agli "equilibri" ha indagato su quegli elementi di disturbo che infrangono la perfezione delle forme, stabilendo un parallelo con la condizione di imperfezione dell'essere umano.
Lo spazio e le forme in esso contenute sono i punti salienti della sua ricerca che tende sempre più verso una scomposizione visiva tesa a evocare più che a ricreare la realtà.
Sue opere sono presenti in numerose collezioni private di Milano e provincia, a Zurigo, in altre provincie svizzere e a Londra.
 
Link ai siti dell'artista:
- www.londonart.co.uk
- http://digilander.libero.it/acquerelli
 

Giuseppe Recupero

Giuseppe Recupero

Giuseppe Recupero oculista di Messina ed artista per caso.

Influenzato durante una lunga permanenza a Barcellona di Spagna negli anni '70 per motivi professionali, avendo approcciato le opere dei grandi maestri  catalani, da cui ha tratto l'ispirazione per i suoi lavori, ha maturato negli anni uno spiccato interesse per l'arte, con un desiderio sempre crescente di esprimersi per appagare il suo grande bisogno artistico. 

Personaggio ecclettico, con il desiderio di cercare e trovare bellezza in tutte le sue forme, nell'arte, nella vita di tutti i giorni, nei personaggi, nelle cose comuni...

I suoi lavori rispecchiano un espressionismo astratto, un astrattismo particolare, in cui non appaiono forme definite, e che per questo motivo viene accomunato all'Informale dove si percepisce in senso di libertà dell'interpretazione con un respiro più ampio rispetto ai lavori tradizionali.

La sua scelta artistica trova piena giustificazione nella " Action painting" poichè si realizza sotto l'impulso dell'urgenza dell'azione. "Azione non in senso motorio, gestuale, ma in senso psicologico ed esistenziale. La tela non deve raffigurare qualcosa poichè la scelta è quella di agire "Azione" intesa come assunzione del rischio di dipingere il quadro senza un progetto, lasciando che il quadro nasca e si riveli al momento, quindi come auto-conferma dell'esistenza dell'artista.

Utilizza colori acrilici, terre naturali, vernici e nei suoi assemblages diversi materiali quali oggetti di uso comune in legno, ferro, ceramiche, reti, foto, stampe... scelti da lui che, senza usare su di essi alcun intervento di carattere estetico, ne determina il valore con l'atto mentale di percepirlo come opera d'arte, sviluppa pertanto una Ready-made Art (tecnica molto usata dagli artisti dadaisti).

Tra le sue diverse tecniche vi è pure il décollage che serve non per costruire ma per demolire l'opera come lo strappo nelle tele.

Nei suoi lavori si palesano gli elementi importanti del suo essere: la Creatività, la continua Ricerca ma soprattutto la sua Umanità.