» Home » Speed news » I PUNTI DI VISTA DELL’ARTE


Area riservata



I PUNTI DI VISTA DELL’ARTE

Dott. Claudio Lombardo

I PUNTI DI VISTA DELL’ARTE

Il self-portrait del collasso della teoria della mente*

L’opera d’arte, con la sua carica espressiva, possiede un magnetismo quasi istintuale; è un’immagine che sequestra subito l’attenzione: pennellate e pennellate rettilinee e oblique, aggrovigliate o sfumate. Una pietra, ridotta e foggiata. La riproduzione statica e surrealistica del mondo osservato – (pittura, scultura, fotografia).

In tutto questo, che significato si pone all’artista, al fruitore e all’opera d’arte?

In (Non) un corso di scrittura e narrazione, Giulio Mozzi, spiega un concetto di prospettive con un esempio molto semplice: immaginate di entrare in un supermercato. Adesso descrivete i comportamenti delle persone in base al vostro punto di vista. Poi in base al punto di vista di coloro che vi stanno intorno. Infine in base al punto di vista dei prodotti.

L’attribuzione di significato a un’opera d’arte non è un frutto esclusivo delle opinioni del singolo, ma l’esito di una negoziazione di punti di vista differenti e condivisi in una dimensione intersoggettiva.

 

Dal punto di vista del fruitore:

Si afferma che l’arte sia essenzialmente il frutto di una comunicazione che si istaura tra l’opera e il suo fruitore, visto come “recettore” e interprete.

L’opera, con la sua capacità di evocare differenti nuances fenomeniche, investe il destinatario generando un intraducibile catalogo di sensazioni che rompe le barriere dell’ordinaria percezione; ne scaturisce un “ordine” mobile di pensieri e interpretazioni. A tal proposito Freeman (1995) considera il fenomeno pittorico come sintesi dei rapporti di intenzionalità tra gli attori che lo definiscono, la cui complessità dipende dal livello di sviluppo della teoria della mente (capacità cognitiva di rappresentazione di stati mentali propri e altrui) dell’interprete.

 

Dal punto di vista dell’artista:

Da una differente prospettiva, «un artefatto artistico è un pezzo di realtà che viene creato da un essere umano attraverso una continua previsione degli effetti, soprattutto di natura emotiva, che avrà prima di tutto su sé stesso (l’artista) e poi sugli altri, quelli che lo vedranno» (Parisi, 2006). Tuttavia, l’essere umano, ha la propensione di attribuire un senso alla propria vita, come ad un’opera o, meglio, indagare a interpretare l’atteggiamento e i pensieri dell’artista nei confronti di essa; ne cerca il significato.

Quest’ultimo, frequentemente, viene emesso su base individuale, dal proprio punto di vista. Tuttavia «le opere non sono sintomi o proiezioni dei fantasmi degli artisti che vanno decifrati dallo psicoanalista, come già Freud aveva indicato, anticipando i possibili avanzamenti della ricerca psicoanalitica.» (Recalcati, 2016); c’è una forma di intraducibilità in esse.

 

Il punto di vista dell’opera:

Al centro, tra l’artista e il fruitore, l’opera artistica, intraducibile e inesauribile di significati e interpretazioni (poiché non il riflesso di intenzioni prestabilite dell’artista, ma l’opera d’arte spesso è una creazione creativa continua che cambia rotta durante il processo di formazione).

Più di ogni altro, il dipinto (e la fotografia), osa e arriva oltre l’immaginazione con la capacità di conferire a concezioni, ideali, valori, oggetti, corpi, rappresentazioni e punti di vista divergenti: in Botero il corpo si dilata, riempiendo lo spazio visivo del quadro; in Currin collassa, implode, si restringe lasciando spazio allo sfondo (raffigurazione dell’anoressia, in cui il corpo viene consumato nella sua disperata ricerca) (Palma, Lombardo, 2017). Altresì l’arte è in grado di unire discipline speculative o creative con quelle scientifiche: in Leonardo c’è la fusione tra scienza e arte. Alterare dimensioni, spazio, tempo, corpi: soprattutto nella fotografia – con le opportunità tecnologiche di alterazione micro e macroscopica –  si riscontra un vero pezzo di bravura illusionistica.

I punti di vista dell’arte appaiono molteplici e spesso sono il frutto dell’interpretazione dei fruitori e degli artisti.

 

 

Bibliografia

  • Freeman, N. H. Teoria della mente, teoria delle rappresentazioni pittoriche: un progresso concettuale. Età evolutiva 50 (1995): 111-117.
  • Giada Palma, Claudio Lombardo, Il corpo nell’arte. Il corpo e le sue diverse accezioni mediante interpretazione artistiche, 2017, Kimerik (libro in pubblicazione). 
  • Massimo Recalcati, Il mistero delle cose. Nove ritratti di artisti, 2016.
  • Parisi, Domenico. Una nuova mente. Codice, 2006.

 

Note biografiche dell’autore
Il dott. Claudio Lombardo è laureato in «Scienze organizzative e gestionali» e in «Scienze e tecniche psicologiche» e laureando in «Processi cognitivi e tecnologie». È coautore del libro Il corpo nell’arte. Il corpo e le sue diverse accezioni mediante interpretazioni artistiche.

 


 

*Un’immagine di un quadro dell’artista Serena Vignolini: due individui in posizione asimmetrica, visivamente discordanti: un uomo che mostra indifferenza, e una donna incomprensione e dispiacere; gli occhi di tutt’e due sono omessi ad indicare una “cecità” mentale.

La condizione ottica complessiva del quadro – e soprattutto lo sfondo, ottenebrato – genera peculiari sensazioni nell’osservatore legate ad un’atmosfera simbolicamente condensata nella non-comunicabilità, nell’assenza di prospetto, nel disordine dell’indagine dei pensieri altrui.

Non sempre l’intenzione, il punto di vista, dell’artista coincide con l’interpretazione, il punto di vista, del fruitore. 

Claudio Lombardo