Perché ha scelto di produrre in Asia?
"Mi è capitato, sette anni fa, di trovarmi ad un bivio. I prodotti, venduti al dettaglio, erano etnici e dozzinali e gli artigiani, che mi interessavano, accettavano solo grossi ordini.
La tecnica batik ha una grande diffusione in Oriente".
Perché commissiona draghi?
"Sono sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo. I draghi ed i pesci giapponesi, con la loro tridimensionalità e le complicate torsioni del corpo, sono difficili da eseguire ma risultano, alla fine, di grande effetto. La manifattura qui raggiunge i massimi livelli. Credo che questo si veda ad occhio nudo ed il pubblico gli renda merito".
E la loro ambientazione nell' arredamento?
"Penso che i colori diano un grosso aiuto, con le loro sfumature e trasparenze, ad invogliare il pubblico a trovare loro il giusto spazio". È sempre la luce il traguardo finale.
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