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L’arte tra complessità e pensiero complesso

Dott. Claudio Lombardo

L’arte tra complessità e pensiero complesso

Carica di Lancieri, Umberto Boccioni.

«Fluida com’è la digestione della mente dell’uomo sano che ha cenato.»

C. Baudelaire.

 

Introduzione

Che cos'è la complessità? Dipende da noi o è una proprietà intrinseca di una certa parte di realtà? E a quali oggetti si applica? Per esempio, guardiamo i quadri di Mondrian, sono complessi? E un affresco di F. Lippi? I primi sembrano più semplici come struttura, ma forse è un pregiudizio percettivo e culturale da parte nostra.

                                                                                                       

Storicamente, dalla metà dell'Ottocento in poi, si è sviluppata una corrente di pensiero che, con varie sfumature, si riconosce nell'etichetta di "pensiero sistemico". Il pensiero sistemico si è formato attorno alle intuizioni di alcuni esponenti di spicco e non ha determinato il sorgere di una vera e propria disciplina. 

Un sistema, nella sua accezione più ampia, è un’entità che esiste e funziona grazie alla interazione fra le sue parti, che pone cause ed effetti.

 

L’arte moderna e i suoi punti di vista

Credo che tutti noi abbiamo apprezzato le prospettive di un quadro o di una scultura: prendere nota visivamente di un particolare anziché un altro, fermarsi su un tratto e procedere sull’altro; guardarli nel loro complesso, come sogno che riconfigura sinapticamente la percezione del mondo.

Nella speculazione artistica – come evidenziato nel mio articolo I punti di vista nell’arte – padrone è il punto di vista percettivo; testimone lo scorso secolo in cui abbiamo assistito a cambiamenti interessanti (correlati alla diffusione delle teorie scientifiche e psicoanalitiche) anche nel campo delle arti: l’arte figurativa rigetta il realismo verista e propone un insieme di tentativi di superare la rappresentazione oggettiva del mondo. Nella pittura si avvicendano rapidamente il surrealismo, con Apollinaire, l’astrattismo, il cubismo, la pittura metafisica di De Chirico.

Da un certo punto di vista è stata necessaria molta più storia e cultura per produrre e apprezzare le apparentemente semplici forme della pittura astratta, che non per portare a termine i primi esempi di arte rinascimentale.

L’arte moderna è reale perché si è interessata non tanto a rappresentare il mondo esterno ma a rappresentare sé stessa, l’atto stesso di fare arte. In questo tipo di arte sono importanti gli oggetti presenti nel mondo e non la loro rappresentazione. La pittura moderna raggiunge l’immediatezza non nascondendo la mediazione, ma prendendone consapevolezza. «Ogni nuovo medium trova una sua legittimazione perché riempie un vuoto e corregge un errore compiuto dal suo predecessore, perché realizza una promessa non mantenuta dal medium che lo ha preceduto [...] In tutti i casi quella inadeguatezza è rappresentata come mancanza di immediatezza».

 

La complessità e il “sistema-arte”

La definizione di complessità e sistema potrebbe apparire astratta: prendiamo in considerazione un quadro, una raffigurazione statica; dal nostro punto di vista non ha cause e non ha effetti; soprattutto non ha dinamiche interne. Per questo motivo non è un sistema; ma Edgar Morin ci illumina sul pensiero complesso, ovvero un pensiero che è inconsapevole in partenza dell’impossibilità della conoscenza completa, così come, il fruitore scrutando l’opera tenta di dedurne (spesso) invano le intenzioni dell’artista, perché nell’opera risiede la complessità del sistema creatore-opera-fruitore.

Nella complessità di un'opera conta anche la complessità dell'osservatore? Non è facile dirlo anche perché, in caso negativo, l'esclusione dell'osservatore di fatto metterebbe in crisi anche la nostra stessa concezione di opera d'arte. Ma forse i quadri non sono il tipo giusto di cose poi applicare una proprietà come la complessità.

Possiamo osare a definire la complessità nell’arte come il frutto di punti di vista differenti che concedono una certa propensione a “pensare in modo intrecciato, interrelato, “complesso”.

Scrive Dewey:

«L’ordine non è imposto dal di fuori, ma è costituito dai rapporti di reazione armonica che le energie producono l’una sull’altra. Poiché è attivo (e non statico come sarebbe se fosse estraneo a ciò che si svolge), l’ordine si sviluppa da sé. […] L’ordine non può essere che oggetto di ammirazione in un mondo costantemente minacciato dal disordine. […] In un mondo come il nostro ogni essere vivente che raggiunga sufficiente sensibilità ogni qual volta trovi attorno a sé un ordine confacente accoglie l’ordine corrispondendogli con un sentimento di armonia.»

 

La complessità nell’artefice: diversità e gestalt.

La rappresentazione di un qualsiasi soggetto su una superficie bidimensionale pone diversi problemi all'artefice, che è obbligato a fare alcune scelte di stile, privilegiando un effetto o un altro. Si può cercare ad esempio di rendere artificiosamente un effetto tridimensionale o, all'opposto, di stilizzare una figura comprimendola nel formato a due dimensioni.

L' ''impronta'' dell’artefice nella sua opera ''conferma'' la sensazione: nell'arte di Togo emerge un’opera che si articola nell'archetipo dello stare, dell'agire, del fabbricare, dell'entrare in relazione con sé e con gli altri.

Ma può un pittore riuscire ad infondere la stessa travolgente bellezza nel ritratto di un nano e in quello di una Venere nuda, che di spalle si ammira allo specchio?

Diego Velázquez l’ha fatto.

 L’interrelazione tra queste visioni è frutto di un pensiero complesso.

Altresì Giacomo Balla, creò quadri secondo i principi gestaltisti di organizzazione formale e ricondusse la scomposizione pittorica del movimento (in riferimento al lavoro di Wertheimer) sul movimento apparente.

Nel dipinto “Automobile in corsa” la pennellata di Balla è tipica della tecnica divisionista, in una serie di forme irregolari costituenti l’unità base della composizione: particolari che simulano il rilievo ma che in realtà sono un chiaro/scuro; altri che si incontrano, si scontrano e s’intrecciano a rappresentare in modo tangibile le diverse parti che compongono un pensiero complesso.              

 

Automobile in corsa, Giacomo Balla. 

 

 

Note biografiche dell’autore
Il dott. Claudio Lombardo è laureato in «Scienze organizzative e gestionali» e in «Scienze e tecniche psicologiche» e laureando in «Processi cognitivi e tecnologie» (tesi di laurea: La Teoria della Mente nell’Interazione Uomo-Robot in una prospettiva evoluzionistica e in relazione alla Teoria della Complessità). È coautore del libro il corpo nell’arte. il corpo e le sue diverse accezioni mediante interpretazioni artistiche. 

 

Bibliografia ragionata

  • Madonna, Giovanni, and Francesca Nasti. Della separazione e della riconnessione. Elementi di psicopatologia e di psicoterapia sistemico-relazionale in chiave di Ecologia della Mente: Elementi di psicopatologia e di psicoterapia sistemico-relazionale in chiave di Ecologia della Mente. FrancoAngeli, 2015.
  • Villamira, Marco Alessandro, and Riccardo Manzotti. Comunicazione e sistemi. Psicologia della complessità. Vol. 119. FrancoAngeli, 2004.
  • Dewey, John. "Arte come esperienza, a cura di G." Matteucci, Aesthetica, Palermo (2007): 49.
  • Alfonso Troisi, La mente dipinta, Fioriti editore, 2013.
  • https://www.wikiart.org/en/umberto-boccioni/the-charge-of-the-lancers-1915
  • https://www.flickr.com/photos/116153022@N02/16327433183