Giacomo Bergomi
Donne andine al mercato, 1980
Olio su tela, 150 x 150 cm.
Dal 1° settembre 2023 al 7 gennaio 2024, la Rocca di san Giorgio ospita la più importante monografica mai dedicata al maestro, promossa e organizzata dal settore cultura del Comune di Orzinuovi, col patrocinio della Provincia di Brescia e di Regione Lombardia, in collaborazione con il Gruppo Giacomo Bergomi, curata da Davide Dotti, che ha costruito un avvincente percorso espositivo in grado di ripercorrere le fasi creative più intense del maestro, attraverso l’attenta e scrupolosa selezione di 100 opere tra dipinti e disegni.
La rassegna copre un arco cronologico che, dalla metà del secolo scorso – quando, frequentando i corsi serali all’Accademia di Brera, Bergomi ebbe modo di assorbire le lezioni di Carlo Carrà, Aldo Carpi e Aldo Salvadori – giunge fino ai primi anni Duemila, periodo nel quale i suoi lavori, caratterizzati da un lessico estetico estremamente personale ed innovativo, sono dedicati per lo più alle maestose cascate di cui si innamorò durante un soggiorno in Venezuela e ai paesaggi innevati della bassa bresciana.
L’iniziativa si pone l’obiettivo di valorizzare e far conoscere, anche al di fuori dai confini regionali, la produzione di un artista bresciano tra i più sensibili e carismatici dell’intero Novecento, nonché di conferire il giusto riconoscimento storico e critico alla sua ricerca artistica.
Il percorso espositivo mette in evidenza la capacità di Bergomi di rinnovare il proprio linguaggio decennio dopo decennio, e di analizzare i soggetti che frequentò con maggiore assiduità, dalle scene di vita quotidiana al ritratto, dalle still life ai paesaggi della bassa bresciana, dagli scorci di Brescia fino ai brani tratti della quotidianità delle popolazioni andine, influenzato non solo dalle sue umili origini contadine, ma anche dai numerosi viaggi che fece sia in Italia che all’estero, soprattutto in centro America.
Col suo originale linguaggio espressivo, Bergomi ha dimostrato di essere un pittore energico e vibrante, ma al tempo stesso colto nei riferimenti ai grandi maestri del passato – da Giotto a Mantegna, da Caravaggio a Ceruti, da Van Gogh al Picasso della fase neoclassica, da Carrà a Sironi, da Migneco a Funi fino a Permeke – che ha assimilato e rielaborato secondo una personale visione estetica improntata ad uno schietto realismo.
La mostra si completa con una sezione che documenta la mirabile capacità di Bergomi nell’affrontare la grafica, con una selezione di disegni a matita, china, tempera e acquarello attraverso i quali indagò e studiò nel dettaglio i soggetti delle sue opere pittoriche.