Giotto (e bottega), Due apostoli
1325-1330, tempera e oro su tavola
©Fondazione Giorgio Cini, Venezia
Dal 24 novembre 2023 al 3 marzo 2024 MAN di Nuoro ospita la mostra "GIOTTO FONTANA Lo spazio d'oro dialogo tra due capolavori" da un'idea di Chiara Gatti. Testi scientifici a cura di Andrea Nante (Direttore del Museo Diocesano di Padova) e Paolo Campiglio (Professore di Storia dell'arte contemporanea all'Università di Pavia).
Collaborazione con Mart, Rovereto e Fondazione Giorgio Cini, Venezia.
Il museo MAN di Nuoro presenta un progetto inedito dedicato a un dialogo ideale fra passato e presente, fra classico e contemporaneo, in linea con una filosofia espositiva che da anni conduce riflessioni sull'eterno ritorno di temi universali nell'arte di tutti i tempi. Dopo le grandi mostre già riservate ad Alberto Giacometti e l'arcaico (in collaborazione con la Fondazione Giacometti di Zurigo) o Picasso e il mito, nella serie celeberrima delle incisioni per la Suite Vollard, il MAN intende indagare il nesso che, a distanza di secoli, collega la ricerca spaziale di Lucio Fontana con il valore dello spazio nelle composizione di Giotto, unitamente alla presenza fortemente simbolica del colore oro nella sua reificazione dell'infinito e dell'altrove.
Nella tradizione pittorica bizantina e in quella medievale occidentale, viene progressivamente meno la volontà di rappresentare uno spazio reale e tridimensionale. Il fondo oro di mosaici e tavole dipinte offre infatti una rilucenza profonda e vibrante e conferisce alla composizione pittorica, per lo più sacra, un’aura di religiosità e mistero, atta a sancire il legame indissolubile tra arte e fede.
Un nuovo senso della realtà e dello spazio, vero e profondo, emerge nell’arte medievale grazie alla personalità di Giotto (1267 ca.-1337), che già i contemporanei lodavano poiché «rimutò l’arte di greco in latino e la ridusse al moderno», come scrisse Cennino Cennini nel suo Libro dell’Arte. Lo spazio sacro e dorato, bidimensionale e trascendente, cortina di luce che isola dal mondo esterno della tradizione precedente, viene “bucato” da Giotto, alla ricerca di una terza dimensione, profonda e reale.