Boccaccio Boccaccino
Zingarella, 1504-1505 circa
©Gallerie degli Uffizi, Firenze
Nei 500 anni dalla morte dell’artista il Museo Diocesano di Cremona annuncia, dal 10 ottobre 2025 al 11 gennaio 2026, la prima mostra monografica su Boccaccio Boccaccino (Ferrara?, 1462/ante 22 agosto 1466 – Cremona, 1525). L’evento è organizzato dal Museo Diocesano di Cremona con la collaborazione della Soprintendenza ABAP per le province di Cremona Lodi e Mantova e il patrocinio del Dipartimento di Musicologia e Beni Culturali di Cremona dell’Università degli Studi di Pavia.
La mostra si pone come occasione irripetibile di studio e di ricerca e, al tempo stesso, un momento di valorizzazione di un maestro poco noto al grande pubblico, ma pur sempre di indubbia importanza nell’ambito della cultura figurativa del Rinascimento in Italia settentrionale, tanto da essere definito da Giorgio Vasari, nelle sue celebri Vite, “raro” ed “eccellente pittore”. Grazie alla sua attività, attestata nei più importanti centri del nord Italia, Boccaccino si propose infatti sulla scena come un intelligente interprete della lezione impartita da Leonardo a Milano e da Giorgione a Venezia. L’idea di mostra scaturisce dalla recente acquisizione, da parte del Museo Diocesano di Cremona, di una tavola del Maestro, frammento di una pala d’altare un tempo nella chiesa di San Pietro al Po a Cremona, che rappresenta l’ultima sua opera, eseguita poco prima della morte. Con questa acquisizione il Diocesano di Cremona può vantare oggi il più cospicuo nucleo museale di opere di Boccaccino, che comprende il frammento di pala (restaurato) già citato, la stupenda Annunciazione Ludovisi (deposito permanente da parte della Fondazione Arvedi Buschini), la Crocifissione e la Sacra famiglia con Maria Maddalena.
Attraverso prestiti di grande rilevanza, concessi da importanti istituzioni museali tra cui le Gallerie degli Uffizi, la Galleria Estense, il Museo di Capodimonte, il Museo Civico di Padova, il Museo Correr, e alcuni prestiti concessi in via eccezionale da prestatori privati, la mostra ripercorre la vicenda artistica di Boccaccino dalle origini sino agli ultimi anni, dando conto della sua attività attestata a Ferrara, Genova, Milano, Venezia, Roma e Cremona, nella cui Cattedrale si conserva lo straordinario ciclo affrescato nella navata centrale. Si potrà così comprendere il rilievo del pittore nel più ampio contesto del Rinascimento italiano tra la fine del XV e i primi tre decenni del XVI secolo.
Il percorso prende avvio dalla prima attività di Boccaccino tramite due importanti testimonianze, l’Adorazione dei pastori del Museo di Capodimonte e la Madonna col Bambino dei Musei Civici di Padova, che consentono di inquadrare le prerogative stilistiche del pittore, suggestionato, alla fine del XV secolo, dai fatti figurativi di ascendenza emiliano-ferrarese e dalla cultura di matrice leonardesca.
La direzione scientifica della mostra è affidata al dott. Francesco Ceretti (Università degli Studi di Pavia) e al dott. Filippo Piazza (Soprintendenza ABAP per le province di Brescia e Bergamo), coadiuvati da un comitato scientifico di alto profilo, che annovera il dott. Gabriele Barucca (già Soprintendenza ABAP per le province di Cremona Lodi e Mantova), il prof. Francesco Frangi (Università degli Studi di Pavia), la dott.ssa Maria Cristina Passoni (Pinacoteca di Brera) e la dott.ssa Cristina Quattrini (Pinacoteca di Brera).
I risultati delle ricerche confluiranno in un catalogo, edito da Officina Libraria, corredato da saggi a firma dei curatori e di altri studiosi, accompagnati dalle schede delle opere esposte.