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Sala 21

Laura Del Vecchio

Laura Del Vecchio

Laura Del Vecchio è nata a Firenze dove vive e lavora. Inizia frequentando varie scuole: da Porta Romana a quella Libera del Nudo, dal Bisonte fino all'Accademia di Belle Arti. Le sue esperienze vanno dal modellato all'acquerello, all'incisione, fino ad approdare ad una forma espressiva improntata all'uso proprio della materia, in una ricerca di libero rapporto con la natura e con la suggestione dei materiali. Negli ultimi lavori su carta, la ricerca di libertà di espressione dell'Io e dell'Essere si manifesta attraverso un  processo di emozioni che vengono restituite per mezzo di segni che sono anche il risultato di un gesto archètipo.
Espone dal ’96 in Italia e all’estero ottenendo numerosi premi e segnalazioni.

Bruno Ritter

Bruno Ritter

Bruno Ritter è nato nel 1951. Vive a Maloja e lavora nel suo atelier di Chiavenna. Dopo il conseguimento del diploma della Scuola d’arte di Zurigo, dal 1975 al 1982 è stato insegnante d’arte in diverse scuole superiori del canton Zurigo. Nel 1982 si è trasferito a Canete, frazione di Villa di Chiavenna. Nell’isolamento del piccolo villaggio, a stretto contatto con la popolazione indigena, si inaugura per Ritter un periodo di intenso lavoro. In questo periodo un forte influsso sulla sua riflessione artistica viene dalla montagna con la sua ambiguità, i suo contrasti che oppongono il fascinoso al minaccioso. Ritter si trova a vivere come la gente del posto, tutto il giorno con la montagna che incombe e incalza, e quest’ombra, una volta minacciosa una volta misteriosa, si inserisce nella sua opera come un leitmotiv quasi ossessionato. Nascono qui grandi quadri come “Colui che torna a casa o la Testa/ Montagna”, dove le cime di montagne severe, quasi minacciose, si confondono con figure umane ingobbite dalla fatica giornaliera. Questo ciclo legato alla montagna trova il suo approdo in una monumentale opera intitolata Un tema barocco ispirata a Le radeau de la frégate la Méduse di Théodore Géricault. Uno degli elementi caratteristici di questo periodo sono i colori che invadono le sue tele con forza quasi violenta. “Qui”, commenta molto bene lo scrittore italiano Andrea Vitali, “il senso della catastrofe esplode in un groviglio di carni in bilico tra la morte e la vita di cui la zattera è l’ultimo appiglio. La pittura di Ritter si impasta di un groviglio inesplicabile tra colore e materia laddove emerge su tutto un uomo divorato dal desiderio di sopravvivere a se stesso. “Bruno Ritter, un’artista sempre in movimento tra due mondi diversi, antitetici, l’alpina Maloja e la vagamente mediterranea Chiavenna, è stato definito un “pendolare”, uomo di confine-artista di frontiera. Lo stesso giornaliero viaggio tra casa e atelier, che lo porta a vivere e lavorare in due mondi vicini ma diversi, diventa elemento di riflessione: il paesaggio che cambia, il volto della montagna ogni giorno diverso, i colori, le stagioni che si rincorrono, il cielo, impressioni di luci e di ombre, il proprio eterno vagare attraverso la verticalità della montagna e l’apertura del sud. Il pendolare viaggia e come una spugna assorbe tutte queste impressioni che poi, chiuso nel suo studio, riporta sulla tela.

(testo di Vincenzo Todisco e Foto: Ernst Scheidegger) www.brunoritter.it

Cinzia Contin

Cinzia Contin

Cinzia Contin nasce a Verona nel 1966.
Laureata in Farmacia, risiede a Monteforte d’Alpone (VR) dove vive e lavora come farmacista.
Da sempre appassionata d’arte, comincia ad interessarsi di pittura ed a produrre le prime tele a metà degli anni ’90 passando dallo stile classico all’impressionismo, dallo stile fauvista al macchiaiolo con disinvoltura e padronanza della tecnica ad olio.Tra il 2004 e il 2005 frequenta la Bottega d’Arte del Maestro Francesco Menegazzi dove, sotto la sua guida, affina la tecnica e comincia il suo percorso creativo personale.
Sono dello stesso periodo le prime uscite in pubblico in vari concorsi, collettive ed estemporanee, dove ottiene premi e riconoscimenti.  Tra queste il 12°concorso di pittura Angiari (VR), dell’Associazione Culturale “I Ponti” nel 2005, dove viene premiata dal pittore Charlie per il quadro intitolato “Le Barbare” – secondo premio con acquisizione dell’opera da parte della Cassa di Risparmio di Angiari – e l’estemporanea di San Pietro di Morubio (VR) sempre nel 2005, su invito del pittore Charlie, assieme a grandi maestri della pittura veneta.

Scrivere su Cinzia Contin pittrice significa addentrarsi, con brevi flash, nell'ampio panorama dell'arte contemporanea. Le sue composizioni floreali lasciano trasparire, oltre al talento, anche una innegabile passione di intima bellezza. Ispirata dai grandi vedutisti veneziani, Cinzia rivisita il passato traducendolo in chiave "moderna". Colori confusi con il cielo si aggrappano all'umidità delle calli, diventano ocra per poi pian piano imbrunire e confondersi, scuri, nel ribollir  delle onde verso l'infinità del mare. Ancora porti, spiagge, e la luce si staglia sulle vele strappate dal vento al "realismo e verismo" della pittura italiana dell'Ottocento.
...pescatori, il golfo, il Vesuvio...
Con estrema sensibilità pittorica, Cinzia Contin, lascia rimbalzare i pennelli in altre epoche e stili diversi, dai macchiaioli all'impressionismo; studia Seraut, Cezanne, Morandi e ci lascia aperto un diario scritto attraverso l'eterno fascino della pittura.
Charlie, 30 giugno 2011